venerdì 23 ottobre 2009

TORI AMOS LIVE IN ROME @ AUDITORIUM

Lei è spettralmente magra, elegante e futuristica cavallerizza di frange, lustrini e sospiri.
Si divide generosamente in un orgiastico amplesso tra il pianoforte alla sua sinistra e le tastiere alla sua destra, un microfono per lato, mentre lo sgabello rettangolare le impala le cosce costantemente e spudoratamente spalancate e offerte al suo pubblico.
Accarezza incessantemente i suoi amanti di tasti e cavi, soffia sulle aste di valvole i suoi cristallini acuti e i bassi rochi e graffiati, senza mai eccedere nei due registri. In un tripudio di espressioni facciali e mossette gestuali, interpreta la sua musica nuova, dosando sapientemente sacralità e sensualità, spirito e carne, anima e stracci del mestiere.
Poche concessioni ai grandi successi del passato. Non si ferma mai, è una macchina da guerra, non beve mai nemmeno un sorso d'acqua, a malapena respira tra un pezzo e l'altro, cambia i suoni alle tastiere con la sola forza del pensiero, persino il bassista/chitarrista e il batterista/percussionista, a un certo punto, desistono e la lasciano in solo sulla scena.
Dopo il decimo brano l'effetto Michael Nyman incombe e la voce è troppo costantemente flangerata. Quando gli attrezzisti di palco effettuano uno scenografico ed estemporaneo cambio di tastiere su pedane a rotelle semoventi, si rischia anche l'effetto Emerson, Lake & Palmer: mica ora canterà sospesa col pianoforte a testa in giù?
Lei continua imperterrita, Sadako dalle ciocche di fuoco davanti agli occhi, incantatrice schizzata e scattosa, rinata nella sua seconda giovinezza.
Perfetta, impeccabile, implacabile, prolissa. Più di due ore filate di concerto, nemmeno una pausa e subito fuori per il bis. Ormai la musica ha virato verso puri ritmi dance.
Lei continua e continua. Comincia ad ascendere verso il cielo come un palloncino e se ne vola via, il corpo esile come un filo sottile appeso alla sua botulinica faccia tonda.
E continua, continua e continua.
Sparate sulla pianista, risparmiate le corde vocali, rubatele le Jimmy Choo. Le voglio io.
Applausi non pochi. Emozioni non tante.






giovedì 22 ottobre 2009

NE VOGLIO ANCORA ...

photo by Alessandro Crapanzano

... e ancora e ancora, di facce appese e di sbadigli soffocati, di cavi troppo corti o che non fanno massa, di membra stanche che reagiscono meccanicamente al richiamo di un accordo, di note imprecise e corde scordate e casse gracchiate, di fare la fatica di sentirmi perché avete sempre amplificatori più potenti delle mie casse gracchiate, di microfoni che fischiano e rientrano e non trovo mai la giusta angolazione, di fare i miracoli per incastrare i nostri orari folli e i mille lavori, di orecchie spaccate e passaggi dimenticati e strutture stravolte per l'ennesima ragione, di queste melodie che arrivano dal nulla e nel tutto vanno a finire, dei brevi istanti in cui il respiro è unico e il battito perfetto, degli attimi magici in cui l' intreccio delle voci comincia ad intonarsi, di essere il vostro Arbre Magique mentre sudate come caproni d'alta montagna, di andare a bere una birra dopo anche se siamo distrutti, di trovarci insieme ai concerti di altri, della pazienza che ci concediamo e dell'amore che ci unisce verso la nostra comune ossessione ...



mercoledì 21 ottobre 2009

MA CHE CAZZO DI NOME E'?

photo by David D'Amore
Solange. Semplicemente Solange.
Come quella del b-movie anni '70 con Fabio Testi: "Cosa avete fatto a Solange?" 
che il mio amichettopersempre, Mauro Uzzeo, mi ha anche regalato in dvd un po' di anni e qualche compleanno fa. 
Come uno degli amori di Chopin o una delle donne di James Bond.
Come la pornodiva thailandese e la sorellina canterina di Beyoncé.
Solange come me, che è il mio nome di battesimo e no, non è un nome d'arte, e no, non sono il cartomante gay di Rete 4.
In effetti la mia vita è divisibile in due fasi.
Quella pre-cartomante di Rete 4, in cui mi chiedevano:
"Come ti chiami?"
"Solange"
"Eh?"
"Solange"
"Cheee?"
"S-O-L-A-N-G-E"
"Ah ..."
E quella post-cartomante di Rete 4 dove le cose, più o meno, hanno cominciato ad andare così:
"Come ti chiami?"
"Solange"
"Ah ... come er frossccio de retequattro!"
Sì ... beh. Potenza telemediatica.
Dopo la sua partecipazione al reality show "La Fattoria" poi, il mio nome sembrava essersi uniformato ad un comunissimo, chessò, Maria.
Non abbastanza uniformato, comunque, da impedire che l'infermiera della A.S.L. trascrivesse, dal foglio della richiesta medica, un nome sbagliato sui campioni di sangue e urine.
"Signorina ..."
"Sono signora" (all'epoca ancora lo ero e lo ribadivo con orgoglio)
"Signora ... le sue analisi non si trovano"
"Come sarebbe non si trovano?"
"Eh ... non si trovano. Il suo nome non risulta da nessuna parte ... ci risulta solo una Mattioli Iolanda ..."
"Sì ... che, a meno che non abbia il mio stesso codice fiscale e non abiti in casa mia senza che io l'abbia mai vista, si dà il caso che sia io. Avete decifrato erroneamente la calligrafia del medico ..."
"I dottori scrivono male ..."
"Certo. E i padri intellettual-borghesi scelgono male i nomi per le proprie figlie"
"Arrivederci"
"Arrivederci"
Non abbastanza uniformato da impedire che una prenotazione telefonica in un noto ristorante della Capitale si concretizzasse nel seguente biglietto di riservato sul tavolo: "Uasìlos x 4".

Le varianti con cui sono stata chiamata, nel corso degli anni, meritano un dettagliato elenco.
Quelle filo-francesi: Chantal, Jocelain, Jenevieve. 
Quelle filo-americane: Sharon, Los Angeles.
Quelle creative: Solarium, Solasch, Solangela.
Quelle filo-romanacce: Sòla, Solà, Solang (pronunciato con la g di Genova).
Quelle affettuose degli amici: Sole, Sol, Solina, Soletta, Solaccia, Solangia, Solangina.
Quelle filo-cattoliche: Suorangela.

Pensavo di aver esaurito le alternative ma oggi il nuovo istruttore di Tone-Up mi ha chiamata otto volte Edwige (?!?) e una Susan ...
Mah ... 





martedì 20 ottobre 2009

SOLO DA SOLA REPRISE



Avrei voluto intitolarlo così questo blog:
SOLO DA SOLA.
Purtroppo una maledetta, antipatica, puttana francese mi ha già fregato l'idea.
Ma che se ne fa una francese che scrive in francese di un blog intitolato così?
Nessuno capirà il gioco di parole ...
Peccato.



SOLO DA SOLA

Buon compleannooo aaa meeee
Buon compleannooo a meeee ...