lunedì 15 novembre 2010

MOIRA STEWART - SWEETNESS, YES PLEASE! (REMIX ALBUM)

Mi sembra di capire che i Moira Stewart non abbiano goduto molto dei frutti del loro lavoro.
Formatisi nel 2006, nel giro di un anno e mezzo, creano e producono il loro album di debutto, Sweetness, yes!, che esce ad Aprile 2008 per la Distraction Rec.
Una delle loro canzoni, ancora prima dell'uscita dell'album, viene inserita nella serie TV Skins, mentre la stessa sorte viene negata alla loro cover di Give a little love, tratta dal musical Bugsy Malone, poiché Paul Williams non concede loro (non per la serie TV, almeno) i diritti di utilizzazione. Vatti a fidare di quelli che lavorano con i pupazzi!
I tre giovani dei dintorni di Newcastle upon Tyne, che rispondono ai semplici nomi di battesimo di Paul, Alex e Leon, cominciano a esibirsi spesso in giro per il Regno Unito e diventano presto famosi per lo spirito glam-pop dei loro concerti: lucine colorate, coriandoli, stelle filanti, glitter e brillantini a profusione, palloncini colorati in ogni dove e danze scatenate in vestiti sopra le righe.
Prendono i sinth anni '80 e le chitarre indie, un pizzico di David Bowie vestito da Freddy Mercury, li condiscono con un po' di Depeche Mode che strizzano l'occhio ai campionamenti dei Lemon Jelly e al famo-casino dei B-52's, e il gioco è fatto.
Si scelgono anche un nome che richiama hype intorno a sé: Moira Stuart altri non è che una giornalista cult della BBC, l'unica di colore per tanti anni, chiacchierata per la sua lesbo-relazione con Pat Evans e, infine, cacciata dalla stessa BBC perché troppo vecchia!
Insomma, Paul, Alex e Leon le carte in regola sembrano averle proprio tutte: sono gggiòvani, sono inglesi, sono cool e sono electro-indie. Scrivono persino cose divertenti sul loro myspace.
Eppure qualcosa, stranamente, per qualche mistero insondabile del mercato e della fortuna, non deve aver funzionato.
Perlomeno, i tre, finora, hanno raccolto molto meno successo di gruppetti a loro simili come i Klaxons o i New Young Pony Club (ma questi ultimi possono contare sulla forza della topa e, allora, si sa, la musica cambia ...).
Ora, a distanza di un paio d'anni, i nostri ci riprovano, rispolverando l'album del 2008 con tutta una serie di remixes ad opera di alcuni loro connazionali come D_rradio o The Matinee Orchestra, solo per citarne un paio, il duo dei mantovani Tempelhof, gli interessantissimi spagnoli Dot Tape Dot, il norvegese Orange Crush, il bravissimo danese Keith Canisius e qualche immancabile guest americano come, per esempio, OK Ikumi.
Tutti giovani emergenti e volenterosi, dediti all'elettronica di oggi, al retrogusto glitch e al recupero della new wave.
Nel complesso, il disco è piacevole e scorre via come un dolce ma corroborante pop-risveglio e, per dirla (quasi) come la direbbe un mio amico, non sarà seminale ma, sicuramente, paga un tributo all'elettronica anni '80.

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