giovedì 28 aprile 2011

... E, INVECE, GRAZIE

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Grazie.
A te, innanzitutto.
Amico instancabile, voce presente, conforto affettuoso.
Fratello premuroso, fondamentale confronto, osservatore arguto, generoso abbraccio e coscienza discreta.
Senza di te non ce l'avrei fatta e non ce la farò, quindi, vedi di rimanere nei paraggi.
Grazie ai pomeriggi di sole nuovo, all'asfalto quando sa di pioggia, all'erba appena tagliata che profuma di vita che vola via.
Grazie a quel glicine sfacciato che fiorisce davanti alla mia finestra, alle persone che danno fiducia, a quelle che non hanno paura di affermare se stesse nel rispetto degli altri.
Grazie per ogni speranza che si rinnova, per ogni brivido imprevisto, per ogni pelle inattesa, per ogni anima saggia.
Grazie a quei soffioni stupidi che invece di guadagnare i prati si infilano nella mia macchina, al pelo morbido degli animali quando ti regalano il loro calore, all'anelito che ci spinge ogni giorno a essere migliori.
Grazie alle persone che irrompono all'improvviso nella tua vita e con l'immediatezza del distacco sanno focalizzare la tua attenzione su verità evidenti, fino ad allora rimaste incomprensibilmente nell'ombra.
Grazie alla sincronicità, alla magia dell'esistenza, alla spiritualità anarchica, al senso del sacro e a quello del profano.
Grazie allo zoccolo raro ma duro dei difensori della giustizia, dell'onestà e del buon senso.
Grazie, in genere, alle parole, scritte e parlate. Sussurrate a voce bassa o urlate, pronunciate con l'oscenità della passione, con la dolcezza della poesia, con la poca lungimiranza dell'illusione, con l'integrità incerta delle buone intenzioni, con la violenza utopica dell'amore, con la forza dissacratoria della rivoluzione.
Grazie alla musica, sempre, comunque e ovunque. Beh, non proprio sempre e comunque ...
Grazie a me perché ho smesso di fumare; grazie a me perché ho ripreso a fumare.
Grazie alla vita perché, quando pensi di compiacerti nella noia dell'onni-comprensione, picchia sberle pesanti e ti oltraggia con l'umiliazione dell'inaspettato.
Grazie alla benedizione del mio istinto e che dio mi maledica quando non lo seguo.
Grazie al vento nei capelli, ai fianchi sontuosi dei cavalli, al puzzo del loro manto ispido cui mi aggrappo quando galoppo a perdifiato.
Grazie all'arte, alla bellezza, al genio della creatività, al prodigio del talento.
Grazie agli amici, compagni di vita, specchi di verità, psicologi dell'impossibile, cacciatori dell'anima, consolazione dell'inaccettabile, risorsa di apprendimento.
Grazie, grazie e grazie.
Grazie alla capacità di saper dire ancora grazie.


lunedì 4 aprile 2011

IS THIS THE WORST YOU CAN DO?


Dice Suorangela: non ti lamentare prima di essere sicura che il peggio sia veramente arrivato.